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Sclerodermia, cicatrici e ringiovanimento: le cellule staminali rigenerano i tessuti

La sclerodermia è una malattia cronica di tipo autoimmune (il sistema immunitario del malato attacca i suoi stessi tessuti). A causa di una massiccia attività di fibrosi, combinata ad un cattivo funzionamento del microcircolo periferico, la sclerodermia causa un ispessimento della pelle (in greco antico sclerodermia significa appunto “pelle dura”).

La sclerodermia è una patologia ad eziologia non chiara e multifattoriale, estremamente debilitante per chi ne è affetto, e invalidante anche sul piano relazionale, classificata fra le connettiviti; gli specialisti di riferimento sono il reumatologo e l’immunologo.

Un effetto dimostrato scientificamente da illustri scienziati come il professor Guy Magalon, che, all’ultimo congresso AICPE che si è tenuto dal 23 al 25 Marzo a Firenze, ha reso evidenza del miglioramento nella terapia contro la sclerodermia con l’impiego delle cellule staminali.

Grazie al progressivo miglioramento delle conoscenze sulla biologia e le potenzialità terapeutiche delle cellule staminali, in oltre mezzo secolo di studi e di ricerche (il primo trapianto di cellule staminali emopoietiche da midollo osseo risale al 1957), la medicina rigenerativa in generale ha trovato ampio sviluppo, soprattutto nell’ultimo decennio.

Attualmente si moltiplicano le pubblicazioni scientifiche a supporto dell’efficacia delle cellule staminali per trattare i pazienti affetti da sclerodermia, ma anche per trattare le cicatrici, la ricrescita dei capelli, il reintegro dei volumi del viso e del corpo e il ringiovanimento della cute.

Spiega il dottor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico, Past President di Aicpe e Direttore di Academia Day Clinic: “La correlazione tra le cellule staminali e la rigenerazione è un’evidenza scientifica. Un’autorevole pubblicazione del 2016 (Brasile e Italia) ha dimostrato che le cellule staminali prelevate dal tessuto adiposo sono in grado non solo di ringiovanire la cute, ma anche di rallentarne e prevenirne l’invecchiamento. I consueti protocolli a base di vitamine producono un effetto di biostimolazione. Se i tessuti vengono invece trattati con cellule staminali si attiva un processo da considerarsi come una rigenerazione vera e propria”.

L’uso di cellule staminali in medicina e chirurgia estetica è sempre più diffuso nelle cliniche e nei centri di ricerca più all’avanguardia. Si tratta di trattamenti che possono essere eseguiti nell’arco di una giornata. Presso Academia Day Clinic a Chiasso (a soli 800 metri dal confine italiano), ad esempio, le cellule staminali vengono prelevate dagli adipociti, normalmente dalle zone dei fianchi, dell’interno ed esterno coscia, vengono trattate in laboratorio, e in un tempo di 6-8 ore possono essere reiniettate sul volto o nelle zone da trattare con micro-aghi ed avviare un processo che nel corso di pochi mesi renderà visibile l’effetto rigenerativo.

Il trasferimento può avvenire in giornata, oppure i pazienti possono bancare (conservare) le proprie staminali presso la Cell factory Cardiocentro di Lugano per un tempo che può arrivare fino a 30 anni. La possibilità di mettere le proprie cellule staminali in Banca apre la strada a trattamenti annuali a base di semplici micro-iniezioni in grado di rallentare l’invecchiamento e rigenerare i tessuti.

Oltre al ringiovanimento, e al trattamento della sclerodermia, un’altra applicazione oggi già molto in uso delle cellule staminali in ambito estetico, è quella sulle cicatrici.

Il trattamento locale con le staminali migliora l’aspetto delle cicatrici e riduce la sintomatologia dolorosa, in caso sia presente, sempre facendo leva sul concetto di rigenerazione.

Se l’applicazione delle staminali in ambito estetico è già una realtà in Svizzera, in Italia (e in generale nell’Unione Europea), la situazione è un po’ diversa. Ascoltiamo il dottor Gandolfi: “In questo settore il quadro normativo e le basi legali di riferimento differiscono sensibilmente tra la Svizzera e l’Unione Europea. Nella sostanza, la legislazione vigente nell’Unione Europea, e dunque in Italia, presenta molte restrizioni e vieta la pratica di estrazione di cellule staminali dal grasso e loro successiva reinfusione, pratica invece consentita dalla legislazione svizzera, previa autorizzazione”.

Per questa ragione, e anche per la tradizionale qualità e serietà delle strutture svizzere e delle autorità svizzere di sorveglianza, sono molti i pazienti delle più diverse nazionalità (arabi, russi, cinesi e soprattutto italiani), che si recano in Svizzera per prelevare e mettere in “banca” le proprie cellule staminali, da utilizzare in futuro in caso di malattie o già ora per migliorare la propria estetica.

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