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Nella chirurgia estetica l’innovazione non è tutto

Il dottor Eugenio Gandolfi: Past President della Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica

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Cosa valutare

Chirurgia estetica in sedazione e anestesia totale sono in cliniche autorizzate

«L’innovazione è l’anima della chirurgia estetica. Bisogna invece essere diffidenti verso chi spaccia per innovative, tecniche che sono note e diffuse. E chiaramente i pazienti non hanno la conoscenza per distinguere»: a lanciare un campanello d’allarme sulla finta innovazione è il dottor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico con 30 anni di esperienza in sala operatoria ,Past President della Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica e direttore dell’Academia Day Clinic di Chiasso, autore della guida dal titolo «Come scegliere il tuo chirurgo estetico. Le informazioni che devi sapere e nessuno ti ha mai detto.
«Premetto che anch’io ho proposto negli anni e propongo anche ora varie metodiche innovative, ma se è giusto che un chirurgo sperimenti e trovi nuove tecniche più efficaci è ingiusto sperimentare con le pazienti prima di aver perfezionato la tecnica – spiega il dottor Gandolfi -. Quindi, se un chirurgo propone una tecnica innovativa bisogna che il paziente sia pronto a chiedere se ci sono anche altri chirurghi che la usano e a quali congressi di chirurgia plastica è stata presentata. In medicina, infatti, un’idea veramente buona viene sempre condivisa con gli altri medici. Se non viene condivisa, è sperimentale e la sua efficacia è ancora da dimostrare. Se il chirurgo risponde qualcosa come “no, la uso solo io e la tengo segreta”, allora bisogna diffidare».
È anche possibile che il chirurgo «bleffi» nelle sue risposte proponendo tecniche ben note a tutti e spacciandole per nuove oppure rimanga sul vago. In questo caso tornano utili domande come «Quanti casi ha operato finora con questa tecnica?»; «Posso vedere le foto di casi simili al mio in cui ha usato la sua tecnica?» «Se il chirurgo ha pochi casi, oppure vi mostra casi forniti da altri medici o da aziende e non vuole dare spiegazioni precise o non vuole mostrare le foto, bisogna diffidare – prosegue lo specialista -. Ma attenzione a non diffidare a priori delle tecniche innovative. Se il chirurgo è in grado di spiegaree di dare risposte esaurienti e che soddisfano, è segno che è un professionista all’avanguardia che fa bene il suo mestiere. Per concludere, diciamo che se un chirurgo propone una sua tecnica innovativa deve dimostrare che è affidabile, sperimentata e condivisa».

L’ANESTESIA

Un altro punto focale riguarda il tipo di anestesia che il chirurgo vuole utilizzare e perché e dove opererà: «Per quasi tutti gli interventi di chirurgia estetica oggi un intervento si può fare con anestesia locale associata a sedazione e poche ore di ricovero postoperatorio – spiega il dottor Gandolfi -. Questo vuol dire che è possibile tornare a casa in giornata. Tuttavia per alcuni interventi di chirurgia estetica o per alcuni pazienti l’anestesia totale è meno rischiosa perché il chirurgo ha modo di controllare più facilmente eventuali imprevisti e garantire una respirazione ottimale. Non crediate quindi che anestesia locale sia sinonimo di “sicurezza”: talvolta è il contrario poiché cela il fatto che il chirurgo vi sta operando presso una struttura, spesso il suo studio, dove non vi è autorizzazione a fare altro che anestesia locale e quindi ove mancano i presidi medici che garantiscono la sicurezza e la sterilità necessaria per gli interventi di chirurgia estetica».
Se il chirurgo lavora con un buon anestesista, le controindicazioni dell’anestesia totale (come mal di testa, nausea o brividi di freddo) sono praticamente inesistenti. Sia la sedazione che l’anestesia totale, possono essere eseguiti in sicurezza solo nelle sale operatorie autorizzate ed è molto importante che il paziente sappia bene dove sarà operato e con che tipo di anestesia. «Esistono le cliniche di degenza e i Day Clinic che sono strutture dove gli standard di sicurezza sono massimi – conferma il dottor Gandolfi -. Si riconoscono, salvo rarissime eccezioni, dal fatto che sono fisicamente all’interno di stabili completamente dedicati alle attività sanitarie, dal fatto che hanno camere di degenza dove si può trascorrere anche la notte e dal fatto cha hanno personale infermieristico e medico stabile e dedicato. Esistono poi degli studi medici, collocati all’interno di palazzi adibiti anche ad abitazioni o uffici, dove sono state attrezzate delle sale operatorie i cui standard di sicurezza non sono assolutamente paragonabili a quelli delle Cliniche o dei Day Clinic. Un chirurgo scrupoloso, anche se ha una propria sala operatoria, sa bene quali interventi si possono eseguire in proprio e quali invece si devono operare presso una Clinica o un Day Clinic».
«Se l’intervento chirurgico è di breve durata ed è programmato con una semplice anestesia locale ed il paziente resterà sempre sveglio allora è possibile essere operati in un ambulatorio ed essere dimessi alla fine dell’operazione – conclude lo specialista -. Sedazione e anestesia totale possono essere praticate solo nelle Cliniche e nei Day Clinic autorizzati, strutture che hanno alti standard sicurezza e vere e proprie camere di degenza post operatoria. Quindi non cercate solo l’innovazione nel vostro intervento di chirurgia estetica ma soprattutto verificatene la sicurezza».

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