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LA CHIRURGIA DELL’ETERNA GIOVINEZZA

LA CHIRURGIA DELL’ETERNA GIOVINEZZA

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Si può rifare un naso per la seconda volta? A, dieci anni dal primo lifting è possibile replicare? E, ancora, è vero che liposcultura dura per sempre? I si e i no degli esperti davanti alla richiesta di un nuovo intervento. E, se le cicatrici sono evidenti, silicone e cortisone possono ridurle. Notizie e pregi della tossina botulinica

Chi-2004-02.jpgQuando si deve intervenire per migliorare il proprio aspetto, magari con un lifting, o quando il “tagliando” è da rifare occorre prendere in considerazione rischi e risultati per evitare di essere insoddisfatti o addirittura, ritrovarsi con qualche problema in più. I chirurghi sono concordi nell’affermare che operare su una pelle già trattata con il bisturi (soprattutto se si tratta dello stesso intervento) può presentare qualche difficoltà a partire dalla cicatrizzazione, per arrivare alla mancanza di naturalezza del risultato. Ma non solo. «Una donna di 40 anni che ha preso troppo sole, che inoltre ha fatto frequenti lampade e che fuma molto è una paziente “a rischio” e talvolta il medico può negare l’intervento proprio perché microcircolo ed elasticità sono compromessi. Al contrario chi ha condotto una vita al riparo da stress climatici, alcool, notti insonni, vanterà una pelle più giovane e. nel caso di liposuzioni, lifting o altri interventi di chinirgia estetica, darà risultati soddisfacenti e soprattutto a lunga durata». spiega il dottor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico e consigliere della Sicpre, la Società italiana di chinirgia plastica, ricostruttiva ed estetica.

IL CALENDARIO DEGLI INTERVENTI

Il buon senso dovrebbe accompagnare medico e paziente nel limitare i ritocchi. In altre parole se in alcuni casi l’immagine è talmente importante da superare le scelte più razionali (vedi star che cambiano la misura delle protesi al seno così come noi facciamo con gli abiti) nella realtà la parola d’ordine è cautela. «A chi decide per la prima volta di fare qualcosa per migliorare il proprio aspetto è giusto proporre la tecnica meno invasiva e, man mano che l’età avanza, optare, se necessario, per soluzioni più importanti», dice il dottor Gandolfi. «Un minilifting, per esempio, può risolvere i primi cedimenti del viso a partire dai 30-35 anni, mentre il lifting vero e proprio è da riservare più in là nel tempo. Altri interventi, invece, si fanno una volta per sempre. È il caso della rinoplastica, perché la forma del naso non subisce modifiche. Anche la liposcultura, soprattutto quella della zona dei fianchi e dell’esterno delle cosce: quando vengono aspirate le cellule adipose, queste non si riproducono e, anche nel caso di un aumento notevole di peso, i chili sarebbero distribuiti equamente su tutto il corpo», continua Gandolfi.

SENO ANTIGRAVITA

La situazione cambia se si parla di inserimenti di protesi. «Il silicone utilizzato anche per aumentare il seno viene garantito dalle aziende produttrici per dieci anni, ma l’esperienza fa optare per la sostituzione solo se ci sono problemi, e questi potrebbero verificarsi anche dopo un anno dall’inseriento delle protesi». spiega Eugenio Gandolfi. «Un altro rischio è il rilassamento dei tessuti. Installando la protesi con una tecnica sottomuscolare, si ottengono risultati soddisfacenti in termini di tenuta».

ASPETTANDO IL BOTULINO

Vale la pena di fare il punto della situazione, anche perchè questa proteina pare proprio assicuri risultati sorprendenti. Mentre negli Usa e in Francia ne è stato approvato l’utilizzo in campo estetico (sono famosi i botox party dove, tra un drink e due chiacchiere tra amici, ci si fa iniettare la tossina botulinica per spianare le pieghe tra le sopracciglia), in Italia è atteso tra pochi mesi il responso del ministero della Salute. Nel frattempo la tossina continua a essere utilizzata con successo in medicina nei disordini neuromuscolari. «Inoltre è preziosa per controllare l’ipersecrezione ghiandolare tipica anche dei soggetti più emotivi», spiega il professor Nicolò Scuderi, direttore della cattedra di Chirurgia plastica all’Università La Sapienza di Roma. «Iniettando la proteina nel palmo della mano, sotto il piede o nella zona delle ascelle, viene bloccato lo stimolo nervoso che da il via alla iperattività delle ghiandole sudoripare. L’intervento nelle mani viene eseguito dopo aver praticato l’anestesia dell’arto, mentre per piedi e ascelle basta una crema anestetica. L’effetto dura 4-6 mesi, non ha controindicazioni e il trattamento si può ripetere nel tempo», continua Scuderi.

S.O.S. CICATRICI

Il rovescio della medaglia, quando si decide di intervenire chirurgicamente per migliorare il proprio aspetto, è anche quello di ritrovarsi con segni evidenti. «Le cicatrici cheloidali, cioè quelle che formano una specie di cordone in rilievo anche di dimensioni rilevanti, vanno tenute in considerazione prima di ricorrere al bisturi. Spesso basta osservare, se ci sono, i segni di vecchie ferite per capire come sarà l’esito futuro. Infatti il risultato non dipende dall’abilità del medico, ma dalla predisposizione del paziente a produrre la giusta cicatrizzazione. «Se ci sono rischi di cheloidi questi si possono ridurre con infiltrazioni di cortisonci, spiega il professor Giorgio Fischer. chirurgo plastico a Roma. «Altro trattamento per contenere l’inestetismo è l’applicazione di placche disilicone, per un certo periodo, a partire dal momento dell’intervento».

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