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AICPE – Saluto del Past President Eugenio Gandolfi

Qual è il bilancio del suo biennio come presidente AICPE?

Dovrei ampliare la risposta: non è solamente la fine di un biennio di presidenza ma la fine di quasi quindici anni di attività che ho svolto a favore della categoria dei chirurghi plastici estetici.

Nel 2003, proprio qui, al centro congressi, durante un congresso della società più generale che esiste oggi in Italia, che raggruppa non solo i chirurghi plastici estetici ma anche i chirurghi ricostruttori, un piccolissimo nucleo composto da poche persone tra cui il sottoscritto e il prossimo presidente (il Dottor Flavio Saccomanno), dava origine al primo collegio dei liberi professionisti, persone quindi che non si riconoscevano in ospedali o in università ma che svolgevano una professione molto specifica, per altro ancora non riconosciuta all’interno di nessuna società scientifica: la chirurgia estetica.

Questo gruppo si è ingrandito talmente tanto che a un certo punto eravamo così grandi da sentire la necessità di fondare un’associazione, come esiste in tutti i paesi del mondo, di chirurgia plastica estetica; così nel 2010/2011 nasce AICPE, che in poco più di sette anni è diventata una delle più grandi società d’Europa. Abbiamo un congresso che ci fa sentire sempre più stretti i grandi locali in cui ci troviamo, abbiamo le aziende che sostengono i nostri congressi e sono sempre più contenti di partecipare ai nostri eventi; abbiamo ospiti stranieri e cominciamo anche ad essere ricercati all’estero da parte degli stranieri.

In questi ultimi due anni abbiamo stretto rapporti congressuali con la società svizzera di chirurgia estetica, insieme alla quale l’anno scorso, sul lago di Lugano, abbiamo organizzato un simposio sull’aumento della mammella con il tessuto adiposo e con le protesi e quest’anno abbiamo avuto una delegazione dalla Cina, un mondo che presenta delle potenzialità di crescita importantissime e hanno scelto l’Italia e noi proprio perché noi italiani siamo conosciuti nel mondo per il bello e AICPE è ormai conosciuta come una società di persone serie; questa serietà e il desiderio di migliorarci nella nostra professione sono le caratteristiche che ci tengono insieme.

C’è un elemento che definirei magico all’interno di AICPE: ognuno di noi, quando termina il congresso, è triste di andar via, perché quest’ultimo non è solo tale ma anche un raduno in cui ci si ritrova ogni anno sì, per parlare di scienza e per confrontare le proprie tecniche ma anche per rivedersi e questo ambiente di “amici”, professionalmente amici, è forse la più grande ricchezza di questa società.

È questa l’eredità che personalmente io lascio a chi seguirà questa strada e che mi auguro potrà essere ulteriormente migliorata, ma di questo sono sicuro.

 

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