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VIA LE IMPERFEZIONI

VIA LE IMPERFEZIONI

COME RIMEDIARE SE UN INTERVENTO DI CHIRURGIA O MEDICINA ESTETICA DA UN RISULTATO DISCUTIBILE.

Che siano errori tecnici, che siano inestetismi dovuti a un tipo di chirurgia d’altri tempi, che sia un problema dovuto alla reazione del corpo alla presenza di un elemento estraneo al suo interno o che sia colpa di un errore di valutazione, molto spesso ci si trova con l’esigenza di sottoporsi a un nuovo intervento di chirurgia plastica per rimediate a un risultato esteticamente discutibile, anche a distanza di tempo.
• Negli anni non solo è aumentata l’esperienza dei chirurghi che si occupano dell’estetica ma sono migliorate anche le strumentazioni a loro servizio tanto da consentire di osare tecniche nuove. Di questo circolo virtuoso beneficiano tutti coloro che si sottopongono alla chirurgia (e in alcuni casi alla medicina) estetica,
• Confrontando risultati di qualche anno fa con ciò che si può creare oggi o di fronte a imprevisti che danno origine a risultati esteticamente non buoni, è un sollievo sapere che nella maggior parte dei casi si può recuperare, si può rimediare al problema e ottenere l’atteso buon risultato

Silhouette-2004-01.jpgI PROBLEMI PIU’ FREQUENTI
I problemi più frequenti sono quelli che dipendono da una chirurgia “vecchio stile”. I risultati ottenuti, che un tempo potevano sembrare buoni, oggi paragonati ai risultati che si possono avere con i metodi moderni, sembrano migliorabili. Dalle cicatrici da lifting troppo evidenti ai trapianti di capelli dall’effetto poco naturale, da un naso rifatto male a labbra troppo gonfie: ecco i più frequenti reinterventi.

DOPO UN LIFTING.
II lifting è quell’intervento di chirurgia plastica che serve a risolvere i cedimenti cutanei del viso, a restituire i volumi persi riposizionando la muscolatura. Ne esistono di tipi diversi, a seconda dell’esigenza del viso (più o meno problematico) e del periodo in cui è stato fatto. Se oggi la tendenza è quella di conservare la giovinezza del viso cominciando subito con una buona “manutenzione” fatta di piccoli interventi, un tempo si faceva direttamente il lifting completo, le strumentazioni erano meno sofisticate e le tecniche meno raffinate. Cicatrici grossolane, eccessiva o insufficiente tensione cutanea e la presenza di asimmetrie sono tra i problemi più frequenti. Ecco le soluzioni.

Le brutte cicatrici
La presenza di cicatrici evidenti dopo un intervento di chirurgia estetica può dipendere da un difetto di abilità del chirurgo ma anche dalla qualità della propria pelle. In entrambi i casi ci sì trova comunque con un risultato poco piacevole, ma che si può correggere.
Le cicatrici più evidenti e frequenti sono quelle che si trovano davanti all’orecchio, che possono essere spesse o larghe, o sul cuoio capelluto (per esempio nella parte frontale, temporale) su cui non sono più ricresciuti i capelli.
Le cicatrici spesse possono essere livellate con un certo tipo di laser adatto a ridurre i “dislivelli” cutanei. L’applicazione dura 10 minuti, è eseguita dopo aver spalmato una crema anestetica,ambulatorialmente. La parte trattata rimarrà alcuni giorni senza epidermide e arrossata per alcune settimane, ma un normale make-up nasconderà ogni cosa. Al termine del processo le cicatrici saranno decisamente più simili alla cute sana circostante.
Se il problema della cicatrice è una mancata ricrescita dei capelli in sua corrispondenza allora il chirurgo può eseguire un piccolo trapianto di capelli proprio in quei punti scoperti. La procedura è quella classica (vedi “Dopo un trapianto”): viene prelevata una sufficiente striscia di cuoio capelluto dalla parte occipitale (la parte bassa e posteriore della testa) e da questa i bulbi piliferi che saranno subito inseriti in piccoli canalini creati dal chirurgo. L’intervento è eseguito in anestesia locale, ambulatorialmente.

La “fronte altissima”
Conseguenza di un lifting esagerato o di più lifting può essere l’effetto dì “fronte altissima” dovuto ad un indietreggiamento eccessivo dell’attaccatura dei capelli. Questo problema può essere risolto con un piccolo trapianto di capelli. In questo caso i bulbi piliferi prelevati da una striscia di cuoio capelluto della zona occipitale, saranno “piantati” ad arte con una disposizione naturale. L’intervento è eseguito in day hospital, in anestesia locale con blanda sedazione.

Altre imprecisioni
Altro problema residuo di un lifting può essere la presenza di asimmetrie (un sopracciglio o uno zigomo più alto dell’altro). In questi casi si può reintervenire con la tecnica endoscopica. In pratica il chirurgo inserisce la sottile strumentazione e una microscopica telecamera attraverso mini incisioni (al massimo tre) di qualche millimetro. Esegue uno scollamento dei tessuti e fa scivolare la cute in modo da ottenere un risultato che sia uguale sia a destra che a sinistra. Le incisioni sono così piccole (e comunque nascoste tra i capelli) da non costituire un problema. L’intervento è eseguito in day hospital, in anestesia locale con sedazione.

DOPO UNA BLEFAROPLASTICA
La blefaroplastica è l’intervento che serve a modificare la forma dell’occhio e a togliere gli eccessi dì cute, dalle palpebre superiori e inferiori, che appesantiscono lo sguardo e rimpiccioliscono gli occhi. Si tratta di una operazione delicata: la pelle è sottile e la correzione esige una precisione estrema sia per garantire la simmetria del risultato che per evitare problemi come una correzione eccessiva o insufficiente, oppure cicatrici troppo evidenti.

Cicatrici o rughe
Se una blefaroplastica superiore o inferiore ha lasciato una cicatrice spessa si può renderla meno evidente con il laser. Lo stesso si può fare se, nonostante un intervento di blefaroplastica, a causa di una correzione insufficiente (o per altre problematiche) sono rimaste alcune rughe. Questa soprattutto se l’occhio è già particolarmente rotondo e non si vuole rischiare di accentuare tale caratteristica.
Il chirurgo utilizzerà due diversi laser, uno dopo l’altro: il laser ad anidride carbonica e quello a erbium. Lo scopo è quello di rendere massimi gli effetti di ringiovanimento e minimi gli effetti collaterali come il rossore post operatorio, che comunque, con questa metodica chiamata “acerba”, non dura più di 2 settimane. L’intervento è in anestesia locale, ambulatorialmente.

L’occhio rotondo
Un’errata blefaroplastica può causare l’occhio rotondo o “bovino”. Questo problema è dovuto a un’eccessiva asportazione di pelle o a una cicatrizzazione anomala che ha fatto “ritirare” i tessuti.
Una soluzione può consistere nell’allungamento dell’occhio verso l’esterno con la cantoplastica in endoscopia {intervento che non necessita di incisioni lunghe).
Per eseguire questo intervento il chirurgo incide per pochi millimetri il cuoio capelluto nella zona temporale e con strumenti specifici solleva e fissa l’angolo esterno dell’occhio, allungandolo, sollevandolo e migliorando, se lo si desidera, l’intera zona “fronto palpebrale”.
Lo stesso intervento, ma con un risultato solo legato alla coda dell’occhio, può essere eseguito anche con la chirurgia classica eseguendo una piccola incisione nella parte esterna del bordo ciliare inferiore, sollevando e ancorando poi l’angolo esterno dell’occhio. Questi interventi sono eseguiti in anestesia locale, ambulatorialmente.

DOPO UN AUMENTO DELLE LABBRA
Mediante l’iniezione di sostanze di derivazione chimica o animale (i filler), si può ottenere un aumento del volume delle labbra. È’ un intervento di medicina estetica che non richiede uso di bisturi, rapido, tecnicamente semplice e richiestissimo. Non è un mistero, però, che i risultati talvolta sono talmente esagerati da allontanarsi moltissimo dalla bellezza e dall’armonia di una bocca naturale. L’esagerazione può dipendere da una propria richiesta, da un errore di valutazione dello specialista che esegue l’applicazione oppure essere conseguenza di una reazione del corpo al materiale utilizzato.

La reazione al filler
I filler di oggi sono quasi tutti altamente tollerati dall’organismo, specie quelli riassorbibili. Ma soprattutto in vecchi impianti, nei casi in cui è stato utilizzato gel di silicone (oggi non può più essere iniettato), a un buon risultato iniziale può essere seguita una reazione imprevedibile (a quei tempi) dell’organismo per cui le labbra si sono gonfiate e indurite.
* Per correggere questo problema è necessario ricorrere alla chirurgia. Il filler infatti si ingloba talmente bene nella mucosa delle labbra che è impossibile nella maggior parte dei casi, rimuoverlo. Il chirurgo infatti dovrà asportare anche una porzione di labbro. L’intervento risulta meno impegnativo se viene utilizzato il laser perché si limita il sanguinamelo.
In anestesia locale il chirurgo asporta selettivamente alcune strisce di muscosa miste al filler, riducendo così il volume del labbro. Le cicatrici rimangono all’interno della bocca e guariscono nell’arco di una settimana. E’ un intervento ambulatoriale.

DOPO UNA LIPOSCULTURA
Una liposcultura fatta male può essere la causa di avvallamenti, asimmetrie, caduta di tessuti (per l’eccessivo svuotamento) e buchi. In questi casi il chirurgo che deve porre rimedio può raggiungere la simmetria o rimediare a un’aspirazione insufficiente o irregolare, togliendo e rifinendo con una piccola cannula, o aggiungendo volume.

Le irregolarità
Quest’ultima soluzione, ideale nel caso in cui il precedente intervento abbia lasciato veri e propri buchi o quando con un eccessivo svuotamento si è avuta una caduta dei tessuti, si chiama Iiporistrutturazione con Iipofiller. Il chirurgo preleva dallo stesso corpo, da una zona in cui ce ne sia bisogno, una quantità sufficiente di cellule di grasso. Le inserisce poi nella parte che ha subito svuotamento eccessivo. In questo modo non ci sono rischi di intolleranze. L’intervento (proprio come quello di liposcultura) deve essere eseguito in sala operatoria. Può essere in anestesia locale e blanda sedazione e in regime di day hospital.

DOPO UN TRAPIANTO DI CAPELLI
La perdita di capelli legata all’avanzare dell’età o a un problema di alopecia può essere risolta con un semplice trapianto. Affinchè il risultato finale sia però molto naturale è importante che il chirurgo plastico (o chirurgo tricologo) che lo esegue sappia disporre i capelli nuovi in maniera tale che l’effetto conclusivo sia naturale. I trapianti che venivano eseguiti qualche anno fa possono sembrare oggi “grossolani” a causa di tecniche ormai superate.

I ciuffi di bambola
Un “errore” che si può rimediare è il risultato di un trapianto detto “a ciuffi dì bambola”, in cui i capelli sono stati reinseriti nel cuoio capelluto a ciuffetti anziché singolarmente. In questo caso si sfoltiscono e redistribuiscono i bulbi capilliferi trapiantati troppo vicini per eliminare l’effetto “ciuffetti” coprendo la zone in cui invece la densità è inferiore.
Il chirurgo procede prelevando una striscia di cuoio capelluto dalla parte posteriore e bassa della testa (è la zona in cui i capelli cadono più difficilmente e sono più forti e sani). Da questa striscia seleziona i bulbi capilliferi e li inserisce nel cuoio capelluto laddove necessario per avere una distribuzione più uniforme. Questo intervento si esegue in anestesia locale, ambulatorialmente.

L’attaccatura innaturale
Un altro inestetismo che può derivare da un trapianto d’altri tempi o comunque poco curato è un’attaccatura frontale troppo fitta e regolare per essere naturale. In questo caso il chirurgo rende meno compatte e regolari le prime lìnee di capelli e, se necessario, ne rinnova il disegno.

DOPO LA RINOPLASTICA
La rinoplastica è l’intervento che serve a migliorare la forma del naso ma anche a migliorarne la funzionalità. Si tratta di un intervento impegnativo che prevede la rottura mirata dell’osso nasale, la ricostruzione delle cartilagini interne e così via a seconda della problematica da risolvere e del risultato che si vuole ottenere. In genere una rinoplastica dal risultato insoddisfacente si risolve con un altro intervento, altrettanto impegnativo (rinoplastica secondaria).

Le piccole imprecisioni
Laddove il difetto dovesse essere un piccolo avvallamento, un’irregolarità nella superficie o una piccola asimmetria (in assenza di problemi funzionali) è però possibile ricorrere al lipofiller.
In pratica il chirurgo preleva una quantità sufficiente di grasso dal corpo della persona e la inserisce nel punto che deve essere riempito. Questa operazione eseguita per 3 o 4 volte a distanza di pochi mesi garantisce un risultato esteticamente buono e duraturo: il tessuto grasso prelevato e reinserito, infatti, si trasformerà nel tessuto simile a quello in cui è stato impiantato. L’intervento è eseguito in anestesia locale, ambulatorialmente.

Consulenza del dottor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico direttore della Clinica polispecialistica S. Giuseppe di Corno

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