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Spostare i Volumi – l’aumento del seno con l’autotrapianto di tessuto adiposo

Spostare i Volumi – l’aumento del seno con l’autotrapianto di tessuto adiposo

Oggi l’aumento del seno con l’autotrapianto di tessuto adiposo, prelevato da zone dove il grasso è in eccesso, passa dalla sperimentazione all’applicazione pratica.

articolo-tmdonna-small.jpgTrasportare, in modo semplice e relativamente indolore, grasso da zone dove di- sturba a zone dove invece le rotondità sono molto ben viste. Cioè a dire, soprat- tutto, dalla pancia, dai fianchi o dalle natiche al seno… Un sogno per molte donne, che però hanno – giustamente – timore del bisturi e delle sue conseguenze. Bene, oggi questo sogno è una realtà.
Con il nuovo metodo NaturealTM la mastoplastica con trapianto di tessuto adiposo e staminali al posto delle tradizionali protesi passa infatti dal settore sperimentale all’applicazione pratica. L’autotrapianto accrescitivo di adipociti è una metodica mini-invasiva che permette di scolpire il seno senza aggiungere corpi o sostanze estranee, utilizzando gli adipociti e le cellule staminali contenuti nel tessuto adiposo del- la donna stessa. Una tecnica chirurgica innovativa che parla anche italiano perché è stata sviluppata in una collaborazione USA – Italia tra Roger K. Khouri (Miami, USA), il primo chirurgo a sperimentare l’autotrapianto di adipociti, ed Eugenio Gandolfi (Chirurgo Plastico specializzato FMH, attivo a Lugano, Como e Milano), che ha definito i protocolli scientifici e applicativi e approfondito lo studio degli effetti delle cellule staminali.
I vantaggi del metodo sono diversi. Il primo è la totale assenza di cicatrici. Non ci sono tagli e non sono necessari punti di sutura. I forellini creati dagli aghi scompaiono in breve tempo. Non vengono infatti tagliati, né la cute, né la ghiandola, né il muscolo. La prima fase consiste nel prelievo del tessuto adiposo necessario all’autotrapianto, in anestesia locale eventualmente associata a blanda sedazione. Il prelievo può essere effettuato mediante una speciale tecnica di liposcultura studiata proprio per questo, che è mini-invasiva per la donna e mini traumatica per il tessu- to prelevato. Dopo il prelievo, il tessuto contenente gli adi- pociti e le cellule staminali viene purificato mediante centrifugazione. In questo modo si eliminano i liquidi non utili e i fattori che potrebbero determinare gonfiori eccessivi. Dopo questa preparazione, effettuata all’interno della sala operatoria in ambiente completamente sterile, si passa all’iniezione degli adipociti e delle cellule staminali nel seno. Le iniezioni sono effettuate con speciali siringhe dotate di aghi appositamente disegnati per ottenere una distribuzione omogenea e precisa delle cellule trapiantate.
Al termine dell’intervento, si può tornare immediatamente a casa propria senza sostanziali problemi post-operatori, con una medicazione leggera sui seni che viene rimossa il giorno successivo e sostituita con un normale reggiseno leggermente compressivo.
Data la procedura assolutamente mini-invasiva, il dolore è minimo sia durante l’intervento sia nel decorso post-opera- torio. Inoltre anche il problema dell’attecchimento del tessuto trapiantato è stato risolto in modo non invasivo e non farmacologico, agendo sul sito ricevente, la mammella della paziente prima del trapianto per fare sì che il risultato migliori. Questo obiettivo è stato raggiunto con l’uso del reggiseno biomeccanico Brava, che, indossato durante la notte nel mese precedente all’intervento, ha permesso un aumento fino al 90% dell’attecchimento finale delle cellu- le adipose rendendo superfluo ogni ritocco successivo. Infine, il seno risulta veramente naturale, e non c’è l’effetto “seno rifatto”. «Questo perché il seno viene rimodellato con il tessuto della paziente e “vive con lei”. Non è un corpo estraneo, ma il seno reale della paziente e, dal punto di vista fisiologico, non ci sono protesi e problemi di “rigetto”, come di solito le pazienti chiamano la contrazione capsulare», spiega Eugenio Gandolfi, facendo notare come questa metodica sia particolarmente adatta a tutte le donne che finora non si sono fidate della mastoplastica tradizionale effettuata con le protesi al silicone o non gradiscono l’effetto visivo “da seno rifatto”. Un altro effetto estremamente interessante della tecnica Natureal è la duplice valenza, perché da un lato diminuisce l’adipe cutaneo della paziente nelle zone “critiche” da un punto di vista estetico (fianchi, sedere, pancia) e dall’altro aumenta il seno utilizzando sempre i tessuti adiposi della paziente, opportunamente trattati. «Oggi con Natureal», osserva Gandolfi, «si riescono ad aggiungere di media fino ad una 1 taglia e, in casi particolari, anche 2 per ogni intervento e a ridurre diversi centimetri indesiderati in altri luoghi. Tuttavia è possibile ripetere l’intervento – proprio perché si tratta di un’operazione in day hospital, quasi indolore – dopo circa 6 mesi per aggiungere un’altra taglia. Chiaramente, se l’obiettivo è aggiungere molte taglie rapidamente, NaturealTM non è la scelta indicata. Anche perché verrebbe meno il concetto stesso di “reale e naturale” che è l’obiettivo di questa tecnica».
Non tutte le donne possono usare questa tecnica. Se non c’è sufficiente tessuto adiposo o quando c’è un rilassamento importante del tessuto, la chirurgia classica (mastoplastica e mastopessi) rimane la scelta obbligata.
Un altro aspetto estremamente interessante del metodo Na- tureal è quello di dare una soluzione anche a quelle don- ne che già sono portatrici di protesi impiantate in passa- to e che non sono più soddisfatte del risultato perché le mammelle si sono rimpicciolite o perché le protesi sono visibili e palpabili. Con questo metodo si possono nascondere i difetti, aumentare i volumi e tutto senza necessità di incisioni e di interventi cruenti per rimuovere le protesi, purché queste non risultino rotte.
Per intervenire con precisione solo nelle zone dove occorre, il gruppo di lavoro di Eugenio Gandolfi ha messo a punto un innovativo software applicato ad una convenzionale Risonanza Magnetica Nucleare che permette, attraverso la ricostruzione ridimensionale dell’immagine, di studiare sia la mammella che le protesi, prima e dopo l’intervento, con una grande precisione. Questo software dà la possibilità anche di calcolare il reale aumento di volume ottenuto con l’intervento.
Un concetto molto innovativo e sicuramente ancora tutto da sviluppare è l’effetto curativo che ha la tecnica Natureal. Infatti, usando le staminali naturalmente me- scolate agli adipociti, si vedono risultati curativi sui tessuti trapiantati.
«Credo che il futuro sia una chirurgia non solo più ‘dolce’, ma anche curativa», fa notare Gandolfi. «In questo senso, stiamo vedendo come l’uso delle staminali abbia effetti che, se ancora non sono del tutto chiariti a livello citologico e biochimico, sono già evidenti a livello macro. Ho fatto per molti anni il chirurgo plastico ricostruttivo, con interventi anche molto pesanti, ma credo che il futuro, anzi già il presente, della chirurgia estetica sia questo: tecniche meno invasive, meno dolorose, più naturali e curative. La chirurgia, ormai si sa, progredisce verso interventi sempre meno invasivi. Come nella ricostruzione articolare si è passati dagli interventi tradizionali all’artroscopia, oggi è possibile fare lo stesso nella mastoplastica addittiva con il metodo Natureal che consente di effettuare l’intervento dall’esterno usando degli aghi».

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