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Cicatrici da acne e Laser Fraxel

Cicatrici da acne e Laser Fraxel

II trattamento frazionale può aiutare a rimuovere molti dei fastidiosi segni lasciati su viso e corpo

LaPelle2007-04.jpgL’acne è una patologia molto comune, dovuta a una concomitanza di fattori microbici (propionebacterium acnes), ormonali e cutanei (particolare produzione di sebo). La pelle reagisce ai traumi delle infezioni locali e dei vari trattamenti, che spesso i pazienti si autoinfliggono, con cicatrici atrofiche che presentano un assottigliamento di tutti gli strati della cute, soprattutto del derma, e una perdita del tono elastico. Queste antiestetiche sequele atrofico-cicatriziali sono spesso associate ad aree iperpigmentate. La gravità di tali cicatrici è correlata alla durata della patologia e al tipo di acne coinvolto e il loro impatto, psicologico oltre che estetico, è riscontrabile in una elevata percentuale di pazienti, per i quali sono state sviluppate tecniche volte a migliorare l’apparenza delle zone affette. Finora il trattamento più comune per levigare un volto coperto da piccole e grandi cicatrici è stata la dermoabrasione, o in alternativa si è ricorsi a peeling chimici aggressivi. Altre tecniche chirurgiche intervengono, ove possibile sulle singole lesioni, con escissioni e riposizionamenti delle aree interessate. Più recentemente sistemi laser per resurfacing, come i CO2 o l’Erbium YAG, hanno consentito di estendere in profondità l’azione di stimolo alla generazione di nuove fibre di collagene oltre alla levigazione delle disuniformità superficiali. Tutte le tecniche comunque si avvalgono dei processi di riparazione della cute in modo da eliminare il più possibile la visibilità delle atrofie, ottenendo però successi limitati e comunque, almeno nei casi maggiormente invasivi, tempi di recupero lunghi associati a forti limitazioni alla vita sociale dei pazienti. Da un paio di anni è iniziata la commercializzazione del laser Fraxel (Reliant), nato dalla ricerca di un nuovo concetto di trattamento “frazionale”, che ha subito ottenuto l’autorizzazione da parte della Food and Drugs Administration per il resurfacing pur non essendo un laser ablativo, oltre che per altre indicazioni quali melasma, rughe periorbitali, iperpigmentazioni. A tutt’oggi, a livello mondiale, ne sono operativi oltre 1200 esemplari, che hanno effettuato più di 150.000 tratta menti. Incontriamo a Como, nella dìvisione di Medicina Estetica del Polispecialistico San Giuseppe, il dottor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico, che ha introdotto, per primo in Italia, il trattamento col laser Fraxel.
Dottor Gandolfi, le cicatrici da acne sono l’incubo di migliaia di giovani. Può spiegarci come funziona il Fraxel e quali sono le particolarità del trattamento rispetto agli altri disponibili?
II laser frazionale tratta per seduta una percentuale di circa il 20% del tessuto interessato, e lo fa sviluppando in profondità delle colonne di tessuto denaturato dall’azione termica del laser, circa 2000 per centimetro quadro. Fraxel ha ottimizzato con l’esperienza di ormai 4 anni i paraetri necessari, dimostrando in più lavori scientifici che il processo riparativo indotto rigenera lo strato del derma papillare che è assente nelle cicatrici atrofiche acneiche. La particolarità dello strumento è che il tutto avviene automaticamente, grazie a uno scanner lineare che verifica l’omogeneità del trattamento laser. Bisogna riconoscere all’azienda Reliant un enorme investimento nella ricerca clinica. Hanno continuato a migliorare le caratteristiche del trattamento con questo sistema anche ascoltando medici e pazienti, oltre che con l’esame di migliaia di istologie, per approfondire il principio di azione e massimizzare l’efficacia del laser.
Il protocollo utilizzato è unico?
No, c’è invece la possibilità di personalizzare il trattamento regolando la profondità di interazione secondo la gravità delle cicatrici da trattare, ma soprattutto la ridottissima invasività: alcuni dei pazienti addirittura si truccano subito dopo la seduta per ritornare al lavoro. In effetti il compromesso tra efficacia e comfort è veramente eccezionale.
Si sente dolore?
Chi vuole sottoporsi al Fraxel deve sapere che non è indolore, ma il fastidio è sempre ben tollerato. Del resto, promettere trattamenti senza dolore troppo spesso significa non poter ottenere risultati, specialmente nel caso delle cicatrici acneiche negli strati più profondi della pelle che vengono raggiunti solo impiegando energie elevate. Proprio per questi casi si è studiato un accorgimento tecnico che ottimizza la dimensione del singolo spot del laser in funzione dell’energia emessa: disperdendo meno calore si raggiungono profondità maggiori e si riduce ulteriormente la sensazione dei pazienti. Questo accorgimento, assieme alla possibilità di configurare liberamente la densità degli spot del laser, ci consente di ottimizzare la risposta al trattamento secondo le specifiche esigenze del paziente. È straordinario, in fine, che il laser stesso verifichi continuamente la consistenza dei parametri automaticamente senza che l’operatore debba intervenire. Ci si può così concentrare sulla precisione macroscopica del trattamento.
Quanto può durare un trattamento e quali sono le sedi trattabili?
Il trattamento dura da 20 a 40 minuti, secondo l’estensione da trattare. Non ci sono limiti: Fraxel può trattare qualsiasi sede del corpo, proprio grazie alla tecnologia che non causa una ferita aperta e che quindi ripara agevolmente anche in sedi dove molti altri trattamenti non so no consigliabili.
Come appare la pelle dopo il trattamento?
Nella peggiore delle ipotesi, ma non in ogni caso, si avrà un gonfiore e un modico arrossamento che nel caso del trattamento delle cicatrici da acne durerà alcuni giorni. Il beneficio dello strato corneo lasciato intatto da Fraxel permette di mascherare col trucco qualsiasi esito senza incorrere in rischi o diminuire l’efficacia della cura. Chiaramente gli esiti immediati sono più vistosi a seconda dell’aggressività necessaria a raggiungere le cicatrici.
Quali sono le eventuali cure post-trattamento?
Stiamo parlando di un laser non ablativo, cioè con minime conseguenze post-trattamento. La guarigione delle microlesioni è molto rapida rispetto ai laser tradizionali e la pelle migliora più in fretta. Ciò nonostante è necessario l’uso di un buon idratante e di una crema solare con schermo ad ampio raggio. I risultati sono visibili immediatamente e sono progressivi: il risultato definitivo è visibile alla fine dei trattamenti.
Una curiosità: a cosa serve il colorante blu che si usa nel corso del trattamento?
Fino ad oggi il colorante blu è servito insieme ai sensori ottici del manipolo per mantenere la massima omogeneità di trattamento. Si è così evitato l’utilizzo di manipoli che emettono singoli spot focalizzati da microlenti, un sistea meno costoso ma troppo limitativo. Con l’accorgimento del colorante blu sulla pelle e lo scanner lineare per ottimizzare la funzionalità del laser, la Reliant è riuscita a eliminare ogni possibile errore dell’operatore. Sono stato però informato che prossimamente ci sarà la disponibilità di un aggiornamento che pur mantenendo la precisione dello scanner lineare eliminerà del tutto il colorante blu da applicare sulla zona trattata.

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